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Terra e Mare, Remake riscritto da me

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l.pallad
view post Posted on 9/7/2021, 21:42 by: l.pallad
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Capitolo 5



Convocati i suoi genitori in cucina, Angel si confrontò con loro e raccontò ogni cosa, ad eccezione dei segreti di Canatlantide, e il luogo in cui si trovava. Una volta finito, Gaya e Argo la guardarono perplessi. La Pastore Tedesco era più che consapevole che non le avrebbero creduto, ma aveva voluto provarci comunque. Non ne poteva più di tenesi tutto dentro, specialmente con i suoi genitori. Li amava e sapeva che poteva fidarsi di loro. Specialmente per mantenere segreti su cose importanti.

«Angel». Disse Argo dopo un silenzio che era sembrato durare un'eternità. «Qualunque cosa sia accaduta tra te e Cosmo, ci dispiace che ti faccia soffrire così tanto. Succede purtroppo, specialmente quando si è giovani. Ma temo che questa tua ossessione per il mare sia andata troppo oltre. E questo vaneggiamento sui cansirena ne è una terribile conseguenza».

«Ma papà...»

«Guarda quanto sei sciupata. Non riesci a dormire e hai smesso di mangiare. Mi dispiace ma devo proibirti di andare in spiaggia per un bel po', finché non ti sarai data una calmata».

«No». Rispose Angel con una stretta al cuore. «Non potete farmi questo».

«Mi dispiace». Rispose inflessibile Argo. «Ma è per il tuo bene».

Lei in risposta corse via piangendo in camera sua, e si premette sul muso il cuscino per provare in vano a soffocare i pianti, che non volevano saperne di fermarsi. Quello che era succeso era praticamente rigirare il coltello nella piaga. Odiava come la situazione continuasse a peggiorare. Cos'altro poteva andare storto?
Improvvisamente sentì la porta aprirsi. Lei alzò lo sguardo per vedere chi fosse. Se era suo padre, allora lo avrebbe cacciato via. Ma, invece, era sua sorella Meredith, la cui espressione del muso diceva che era dispiaciuta per lei. Per questo non se la sentì di mandarla via.

«Esistono davvero i cansirena?» Le chiese dopo essersi seduta accanto a lei.

Angel in risposta la abbracciò. La sua adorata sorellina. Loro due avevano un così bel rapporto, e condividevano entrambe la stessa passione per il mare, con tutte le storie che derivavano. E il fatto che volesse crederle significava tanto per lei.

«Sì». Le rispose. «è difficile crederci, ma è così. Cosmo è uno di loro. Quando è venuto da noi aveva usato la sua magia per trasformarsi, ma può farlo solo una volta l'anno. Le altre volte trasformava me in cansirena. Ma a loro è proibiti interagire con noi terrestri. Cosmo ha rischiato di essere severamente punito per questo. Le loro magie sono anche temporanee. L'ultima notte che ci siamo visti, ci siamo distratti e per poco non affogavo. A causa di tutto questo Cosmo ha deciso che era meglio per entrambi non vederci più». Detto questo, pose fine all'abbraccio, si soffiò il naso con un fazzoletto, si buttò di nuovo sul letto, e ricominciò a piangere. Parlare di tutto questo l'aveva fatta soffrire ancora di più.

Meredith la abbracciò di nuovo.

«Non fare così sorellona». Le disse. «Io ti credo. Non mi mentiresti mai su di una cosa simile. Questa storia è bellissima e non mi piace che tu non abbia potuto avere un lieto fine». Poi aggiunse con l'ovvio intendo di mostrarle solidarietà: «Se tu non vai al mare, non ci vado nemmeno io. Non è giusto che tu resti qui da sola mentre noi siamo lì a divertirci».

Angel le sorrise e ricambiò l'abbraccio.

«Oh, Meredith! Mia cara dolce, buona, e altruista Meredith». Finì l'abbraccio, le prese la zampa. «Non preoccuparti per me. Forse è davvero meglio che io non vada al pare per un po'. Non riuscirei più a stare lì senza pensare a Cosmo. Ormai non tornerà più e forse è davvero meglio dimenticarlo».

«Non dire così. Se ti ama davvero troverà il modo di tornare da te».

«Vorrei tanto che fosse così semplice».

Meredith la abbracciò di nuovo e poi se ne andò salutandola insistendo che tutto si sarebbe risolto.
Angel abbracciò di nuovo il cuscino ripensando alle parole della sorella. Era ancora così giovane, innocente e ingenua. Pensava davvero che certe cose si potessero risolvere facilmente. Ma, d'altra parte, forse c'era davvero una minuscola possibilità. Anche Cosmo stava piangendo quando sen'era andato, e quindi anche per lui tutto questo era stato difficile. Forse non l'avrebbe mai dimenticata. Forse avrebbe davvero trovato il modo di tornare da lei, ed insieme avrebbero risolto tutto.
Continuò a girarsi e rigirarsi nel suo letto. Tutti quei pensieri la stavano logorando, e non riusciva proprio a stare meglio.

*



I mesi passarono con una lentezza immane, ed Angel continuava a sentirsi sempre triste e vuota. Il dolore che provava nel cuore non voleva andar via, e per poco non si era anche ammalata per questo. Non era neanche più uscita fuori dalla sua stanza. I suoi cari avevano tentato in ogni modo per provare a risollevarle il morale, ma non funzionava nulla. Tutto ormai aveva perso importanza per lei. Stare lontana da Cosmo e dal mare era una tortura impossibile da sopportare. Il suo sguardo ormai era spento, ed aveveva perso la scintilla di vivacità che aveva sempre avuto fin da cucciola. Anche la sua coda era afflosciata e si trascinava a terra, come se non fosse più capace di scodinzolare.
Stava camminando tra le vie di Terramare in quel momento. Suo padre l'aveva mandata a fare la spesa per spronarla ad uscire di casa e a farsi forza. Ma lei, anche se aveva obbedito, non ci riusciva proprio a riprendersi. Nel vederla camminare per le strade, agli occhi delle persone sembrava proprio un'anima in pena che vagava per il mondo, incapace di trovare pace.

«Ehi ragazza. Perché ti senti così triste».

Angel si voltò di scatto, colta di sorpresa da quella voce. Dietro di lei c'era un grande lupo dal pelo nero e con una divisa da marinaio simile a quella di Fenrir. Ma chi era quello? Non lo aveva mai visto prima di allora. Anche se di certo non conosceva tutti in paese.

«Mi scusi». Volle mettere subito in chiaro le cose. «Ma io non parlo con gli sconosciuti».

«Ah, scusi. Ho dimenticato le buone maniere. Io mi chiamo Mortimer. Lei non mi consoce, ma io conosco suo padre Argo. Tu devi essere Angel, giusto? Tuo padre non fa altro che parlarmi di te».

Angel sgranò gli occhi per la sorpresa. Lei non gli aveva detto il suo nome o quello di suo padre. Eppure li conosceva. Forse quindi stava dicendo la verità. Decise quindi di dargli fiducia.

«Piacere di conoscerti Mortimer. E sì. Sono triste. Il mio ragazzo mi ha lasciata, e mio padre mi tiene lontano dal mare».

«Oh, povera piccola. Potresti venire con me. Ho una barca. Magari potremmo prendere un tè insieme. Potrebbe tirarti su il morale».

«Ma hai sentito quello che ho detto? Mio padre non mi permette di avvicinarmi al mare».

«E allora disubbediscigli. Non c'è niente di male nel ribellarsi un po' ogni tanto. Goditi la vita e lasciati andare».

Angel ci rifletté. In effetti aveva ragione. In quel preciso istante non aveva una gran voglia di fare la figlia brava ed unbbidiente.

«E se mi scopre?» Chiese un po' preoccupata.

«Non ti preoccupare». La rassicurò lui. «Non lo diremo a nessuno». Concluse con tono da complice.

Angel allora annuì ed accettò di andare con lui. Dopotutto aveva fatto così anche con Fenrir, ed era stato in parte grazie a lui che aveva conosciuto Cosmo. Forse sarebbe avvenuto un altro mircacolo anche questa volta.

*



La barca a motore di Mortimer era piuttosto grande, ma sufficiente ad essere manovrata da una sola persona. E Angel, accomodatasi sulla tavola che stava nella parte coperta della barca, aspettò che Mortimer portasse il te dalla cucina e, quando fu pronto e glielo offrì, lei lo trangugiò a piccoli sorsi.

«Grazie per avermi portata qui». Gli disse. «Non immagini nemmeno quanto abbia bisogno di confrontarmi con tutto questo».

«»Ma figurati. Rispose lui. «Ma dimmi, perché tuo padre ti ha proibito di andare al mare? Che cosa hai combinato?»

«Io ho sempre amato il mare». Rispose. «Ma mio padre pensa che ormai sia diventata un ossessione per me, e crede che tenendomi lontana mi passerà e che potrò pensare ad altro». Abbassò lo sguardo tristemente. «Purtroppo non è così. Sono mesi che il mio dolore non fa altro che peggiorare. Non riesco proprio a stare meglio».

«Succede che i genitori sbaglino e possano essere iperprotettivi. Ma che mi dici del tuo ragazzo? Che è successo?»

«Mi ha lasciata, ma non me la sento di parlarne». Rispose lei.

«Capisco. Dev'essere particolare avere una relazione con un cansirena». Disse con uno strano sguardo negli occhi.

A quelle parole Angel sussultò. Come faceva a sapere la verità su Cosmo? Stava per domandarglielo, ma improvvisamente la vista gli si annebbiò. Provò ad alzarsi, ma stranemente non riusciva più a rimanere in piedi, e sentiva come se non riuscisse più a rimanere sveglia. Ma cosa c'era in quel tè?

«Non temere. Presto rivedrai il tuo amato». Udì dire a Mortimer, con una voce maligna, prima di cadere a terra e perdere i sensi.

*



Ripresi i sensi Angel si ritrovò legata su di una sedia, in mare aperto, nel cuore della notte. Ma cosa stava succedendo?

«Fai la brava e non ti succederà niente».

«MA CHE STAI FACENDO? LASCIAMI ANDARE!»

«Lo farò solo se collaborerai». Rispose lui minacciosamente. «Dimmi tutto quello che sai su Canatlantidie e dove si trova».

«Non so di cosa tu stia parlando». Disse cercando vanamente di liberarsi.

«NON PROVARE A MENTIRMI!» Ribatté lui tirandole un orecchio.

«AHI! Basta! Mi fai male!»

«Ti farò di peggio se non parli!»

«Non so cosa tu stia parlando! Sei pazzo! Lasciami andare!»

«Lo sai benissimo invece. Ti ho vista mentre il tuo amichetto ti trasformata in una di loro».

A quelle parole il cuore di Angel si riempì di paura. Credeva di aver fatto attenzione. Credeva di essere stata attenta. Invece questo pazzo l'aveva seguita ed aveva scoperto tutto.

«Cosa vuoi fargli?» Le domandò con rabbia. Lo sguardo poi si spostò su degli arpioni appoggiati sul muro della barca. «No! Non ti permetterò di fare loro del male!» Gli disse con odio, avendo capito da sola la risposta.

«Oh, invece credo proprio che lo farai». Rispose lui minacciosamente. «Sono anni che do loro la caccia. Quasi nessuno ci crede, ma io e dei miei amici ne avevamo quasi presi due, ma loro hanno usato le loro code magiche per creare delle onde che hanno ribaltato la barca. I miei amici non ce l'hanno fatta, ma io mi salvai aggrappandomi alla botte. Ovviamente gliel'ho fatta pagare trafiggendoli entrambi con il mio arpione, ma purtroppo la corrente era troppo forte e non ho potuto recuperare i loro corpi». Strinse i pugni con rabbia. «Da allora non ne ho trovato più nessuno in tutti questi anni. Ma adesso, grazie a te, potrò averne quanti ne voglio». Sul suo muso si dipinse un'espressione di pura avidità. «Comincerò proprio dal tuo amichetto. Quindi ora chiamalo e dimmi anche tutto quello che sai».

Quelle parole riempirono il cuore di Angel di dolore e rimorso. Cosmo era già finito nei guai per colpa sua, ed adesso era finita tra le grinfie di un mostro che avrebbe potuto usarla come arma contro di lui e il suo popolo.

«Piuttosto dovrai uccidermi!» Gli sputò con determinazione e disprezzo. «Non ti lascerò loro del male maledetto assassino!»

A quelle parole i lineamenti del lupo si indurirono per l'ira. Si avventò su di lei e le strinse forte il collo, cominciando a strangolarla.
Angel sentiva l'aria che le mancava. Presto sarebbe morta lì, per la sua stupidità. Ma almeno Cosmo e gli altri cansirena sarebbero stati salvi. Improvvisamente Mortimer mollò la presa e lei cominciò a tossire recuperando l'aria. Dopodiché poi la slegò e la portò sul bordo della barca puntandole un coltello alla gola.

«Ehi, Cansirena dei miei stivali. Ho qui la tua amichetta. Fatti vedere o le taglio la gola e la getto in pasto agli squali». Gridò il lupo al mare.

«è inutile». Disse lei, dopo essersi ripresa, con il corpo che le tremava per la paura. «Non verrà nessuno. Quindi uccidimi e falla finita».

«Menti». Rispose lui. «Ho visto come ti guardava i mesi scorsi. Se vuole venire verrà. Altrimenti dì addio a tutti». Le disse minacciosamente ferendole il collo con il coltello.

Angel gemette per il dolore, a causa della ferita, e vide come il sangue sgocciolava da essa e finì in mare. Odiava quanto stava succedendo. E poteva solo incolpare se stessa per i pasticci che aveva combinato. Se fosse stata più attenta, Cosmo non sarebbe mai stato scoperto e non sarebbe finito nei guai. E se non fosse stata così stupida da fidarsi di uno sconosciuto, ora non starebbe succedendo tutto questo. Aveva sol fatto danni, e forse meritava davvero di morire.
Improvvisamente qualcosa urtò la barca.

«SEI TU VERO, BRUTTA BESTIACCIA! FATTI VEDERE O LEI MUORE». Gridòi il lupo stringendo la sua presa su Angel.

In risposta la barca oscillò di nuovo, colpita sotto da qualcosa. e Mortimer, mentre si guardava attorno, venne colpito in pieno volto, permettendo ad Angel di divincolarsi e scappare.
Non si tuffò subito in acqua perché non poteva rischiare, per quanto fosse quasi certa che quella cosa fosse Cosmo. Oltretutto quel lupo malvagio sapeva troppo e andava fermato in qualche modo. Iniziò a cercare qualcosa per immobilizzarlo, per poi nascondersi ed aspettare. Mortimer continuava a sbraitare ed imprecare, mentre cercava di beccare chi continuava a far oscillare la barca.
Angel poi vide qualcuno salire a bordo con un balzo. Cosmo! Questo le diede dei sentimenti contrastanti. Da un lato era immensamente felice di rivederlo, ma dall'altro era preoccupata per lui, data la situazione di pericolo imminente. Quest'ultimo fece lo sgambetto a Mortimer con un colpo di coda.

«Presto scappa! Mettiti in salvo!» Le disse poi voltandosi verso di lei.

«No! Non ti lascio! Non voglio perderti di nuovo!» E corse verso di lui.

Mortimer aveva recuperato l'arpione e provò a colpire Cosmo, ma Angel lo anticipò afferrando la sedia su cui l'aveva legata e colpendolo per prima.

«Maledetta ragazza!» Si infuriò Mortimer tentando di colpirla con l'arpione.

Cosmo lo disarmò con un'altra codata, ferendosi con la punta dell'arma nel gesto.

«Oh no». Gemette Angel, dopo averlo raggiunto.

«Tranquilla. Me la caverò. Ma andiamocene di qui». Le disse Cosmo.

«VOI NON ANDRETE DA NESSUNA PARTE!» urlò Mortimer correndo verso di loro con l'arpione.

Cosmo dovette agire rapidamente, e rotolò orizzontalmente contro Mortimer, facendolo inciampare di nuovo. Il Lupo provò a mantenere l'equilibrio, cercando di afferrare Angel, ma lei si scansò e lui cadde in mare. Cosmo si buttò a sua volta ed Angel vide come il sangue che sgorgava si disperdeva nell'acqua. Improvisamente capì cosa voleva fare e non poté che trovarsi daccordo. Mortimer tentò di raggiungere Cosmo per infilzarlo con l'arpione, ma Angel gli gettò addosso una rete intrappolandolo. Ora era impotente a quello che stava per accadere. Il cansirena nuòtò vicino al lupo per poi scuotere la coda in modo che il suo sangue andasse verso di lui. Improvvisamente tutti loro videro avvicinarsi la pinna di uno squalo, attirato dal sangue del cansirena. Mortimer tentò di agitarsi, di implorare aiuto o pietà, ma né Cosmo né Angel fecero qualcosa per lui. Cosmo tentò di nuovo di salire sulla barca, ma la ferita alla coda glielo impediva. Angel provò ad aiutarlo, ma era troppo pesante. Troppo presi tra di loro, cercarono di non guardare mentre Mortimer veniva divorato dallo squalo. Angel tentava disperatamente di aiutare il suo amato, o lo squalo avrebbe mangiato anche lui. Ma niente da fare.
Tutto sembrava perduto quando improvvisamente si udì il rumore di un'altra barca che si avvicinava. Alzando lo sguardo, Angel vide di chi si trattava. Fenrir!
Quest'ultimo rapidamente salì sull'altra barca ed aiutò Angel a tirare Cosmo a bordo.

«Grazie Fenrir». Le disse Angel con un grande sollievo. «Non oso immaginare cosa sarebbe successo se non fossi arrivato».

Quest'ultimo la ingnorò e si rivolse verso lo squalo che stava finendo di divorare quel che restava di Mortimer.

«Ora non farai più del male a nessuno». Disse con odio per poi sputare verso quel punto. Poi si volse verso Cosmo. «Cosmo, sei già finito nei guai una volta, ma continui a venire in superficie».

Quelle parole furono una gran sorpresa per Angel. Sapeva che Fenrir era a conoscenza dei cansirena, ma come faceva a conoscere Cosmo di persona?

«Fernri? Sei davvero tu? Allora non erano solo dicerie». Rispose Cosmo.

Angel era sempre più confusa, ma fu Fenrir a spiegarle tutto. Un tempo lui era un cansirena, proprio come Cosmo, ed i due che Mortimer aveva ucciso in passato erano i suoi genitori. Raggiunta la maggiore età la maturità, aveva utilizzato la perla per trasformarsi permanentemente in un terrestre in modo da tenere d'occhio direttamente sulla terraferma i tipi come Mortimer, ed impedire agli altri cansirena di andare in superficie per evitare che facessero la stessa fine. A volte purtroppo, qualcuno, come Cosmo, riusciva comunque a sfuggire al suo controllo.

«Se sapevi che Mortimer aveva ucciso i tuoi genitori, perché non ti sei mai vendicato?» Chiese Angel confusa.

«Perché se lo avessi ucciso sarei finito in prigione e non sarebbe rimasto nessuno a fare la guardia». Spiegò Fenrir. «Comunque ora torniamo a riva. Cosmo, tu devi tornare a casa prima che qualche altro tipaccio ti veda e si faccia venire qualche strana idea».

Detto questo, lui ed Angel misero Cosmo sulla barca. Poi agganciarono anche l'imbarcazione di Mortimer per poi mettere in moto ed arrivare sulla terraferma. Dopodiché diede ad Angel un kit medico in modo che potesse curare la ferita di Cosmo, e se ne andò a fare la guardia nei dintorni per assicurarsi che nessuno potesse avvicinarsi e vedere Cosmo.

«Non dovevi rischiare per me la tua vita in quel modo». Gli disse la pastore tedesco mentre cominciava a medicarlo.

«Per te lo farei sempre. Per questo sono tornato. Non posso più vivere senza di te. Ti amo e non troverò mai un'altra come te in tutto l'oceano. E se vogliono punirmi per averti rivista lo accetterò. L'importante è che tu stia bene e che non ti accada niente».

«Anch'io ti amo Cosmo. Non ho mai smesso di pensarti per tutto questo tempo». Rispose lei commossa per poi apprestarsi a baciarlo.

Improvvisamente la perla intorno al collo di Cosmo iniziò a brillare, con grande sorpresa di entrambi.
Ed ancora più improvvisamente, dal mare emerse il re di Canatlantide accompagnato dalla sua scorta. I due innamorati si inchinarono d'innanzi a quest'ultimo in segno di rispetto.

«Cosmo». Disse il re. «Hai di nuovo infranto le regole. Sai che non dobbiamo avere rapporti con i terrestri. Ma la perla non mente. Stanotte hai raggiunto la maturità, dimostrando quanto l'amore vada oltre ogni cosa. Avresti sacrificato volentieri la tua vita per questa giovane. E tu, mia cara, sei stata molto coraggiosa. Non hai rivelato i nostri segreti neppure sotto tortura. Cosmo aveva ragione su di te. Hai davvero un cuore buono. Ora comprendo quanto il vostro amore sia potente, profondo e sincero. Per questo avrete la mia benedizione. Potete vedervi tutte le volte che volete».

Detto questo, il re e le sue guardie li salutarono per poi andarsene.
I due si abbracciarono l'un l'altro, felici che il loro non fosse più un amore proibito.

«Sai». Disse Cosmo. «Pensavo di utilizzare la perla proprio per questo. Devi solo chiedermelo e potrai davvero parte del mio popolo. Ma, se non vuoi, sarò io a rimanere con te nel tuo mondo. L'importante è che noi due possiamo stare insieme per sempre, non importa come».

Angel fu piacevolmente sorpresa da questa proposta.

«Tu... Vorresti davvero usare il tuo unico desiderio per me?»

«Certo. Un cansirena dovrebbe desiderare qualcosa che lo renda felice, e la cosa che mi renderebbe maggiormente felice al mondo è poter stare insieme a te».

Per Angel quella era una decisione importante, e non poteva prenderla impulsivamente.

«Mi piacerebbe molto riavere la mia coda di pesce». Rispose infine. «Oltretutto amo il mare, ed il tempo passato con te me lo ha fatto amare ancora di più. Però non agiamo troppo frettolosamente. Devo prima organizzarmi e salutare la mia famiglia. Non posso andarmene così, senza preavviso».

«E se usassi la perla per trasformare anche loro, oltre che a te? Devo solo formularlo come unico desiderio».

«Non penso che sarebbe una buona idea». Rispose lei. «La loro vita è qui, e non posso chiedergli di lasciarla solo per me. Meredith sarebbe più che felice di seguirmi, ma penso sia ancora troppo giovane per una scelta simile».

«E non sarebbe una buona idea neanche usare la perla per ottenere il potere di trasformarci da cansirena a terrestri e viceversa a comando ogni volta che vogiamo. Fare avanti ed indietro troppe volte sarebbe pericoloso ed aumenterebbe la possibilità di venire scoperti. Quindi è inevitabile. Se uno di noi vuole vivere nel mondo dell'altro, dovrà farlo diventarne parte veramente, in tutto e per tutto». Spiegò Cosmo

Finite di pronunciare quelle parole, i due udirono la voce dei cari di Angel dietro di lei. Argo, Gaya, e Meredith erano riusciti ad aggirare Fenrir, o era lui che li aveva lasciati passare. Ed avevano visto, con loro enorme sorpresa la coda di pesce di Cosmo.

«Mi credete adesso?» Disse Angel rivolta ai suoi genitori.

Loro la abbracciarono e si scusarono con lei, anche se Meredith non dovette scusarsi di nulla, dato che le aveva creduto fin dall'inizio. Dopodiché entrambi dovettero spiegare quanto accaduto e li informarono anche di quello che stavano pensando di fare.

«Ma sei impazzita? Non se ne parla». Aveva risposto suo padre. «Stravolgere il tuo corpo e la tua vita in quel modo. E poi te ne andresti per sempre. Non ti vedremmo più. Non pensi a tutti noi?»

«Tuo padre ha ragione». Disse Gaya. «Questa non è una decisione che puoi prendere impulsivamente in fretta e furia».

«Infatti non accadrà subito». Volle rassicurarli. «Ci stiamo ancora riflettendo su cosa fare».

«Io amo vostra figlia con tutto il mio cuore». Si intromise Cosmo. «Ma non voglio creare disagi tra di voi. Non deve per forza essere lei a cambiare. Posso anche essere io a venire a vivere con voi nel vostro mondo. In questo modo non vi separerete da lei».

«Sei molto caro». Rispose Gaya sorridendo. «Ma così saresti tu a rinunciare ad ogni cosa».

«Per Angel lo farei volentieri. La mia famiglia potei comunque vederla ogni tanto quando vengono in superficie. Comunque ci stavamo ancora pensando. Decideremo meglio le prossime notti. Ora devo andare, per organizzare meglio la cosa». Rientrò in acqua e si apprestò ad immergersi, ma poi si voltò di nuovo verso di loro. «Angel, vieni come al solito la prossima luna piena. Sarà quello il momento in cui prenderemo la nostra decisione. Per allora avrò anche una cosa molto importante da chiederti. Mi raccomando, non mancare». E sparì sott'acqua.

Rimasta sola con la sua famiglia, Angel, venne aiutata da tutti loro a rialzarsi, per poi seguirli a casa. Quella che si apprestava a prendere era una decisione importante. E quindi doveva sistemare tutto, per quando l'avrebbe presa. Ma, una volta fatto, lei e Cosmo, indipendentemente da chi dei due si sarebbe trasformato, avrebbero potuto amarsi in totale libertà senza più limiti e barriere.

Edited by l.pallad - 11/7/2021, 09:49
 
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